208 è il numero di prestazioni mediche che il ministero, in un impeto di insipienza programmatica, ha messo sotto stretta osservazione. La cultura italica della repressione e del sospetto ha una nuova frontiera, del tutto inedita.
La traduzione è semplice: il sistema sanitario nazionale va a puttane perché i medici chiedono troppe prestazioni superflue. Il che può anche avere un fondo di verità, intendiamoci, e chi meglio di noi radiologi lo sa: il problema è che, come al solito, si preferisce sparare alle zanzare con il bazooka in piena estate invece che disinfestare il giardino in primavera.
Insomma, quello che mi chiedo è semplice: cosa si aspetta a metter mano a una riforma vera, che tenga conto dei decenni trascorsi e dell’evidence based medicine e invece di smantellare un sistema già terremotato di suo abbia la proterva ambizione di guardare un po’ più lontano. Ma non mi chiedete dove bisognerebbe agire: che mica sono io, il ministro della sanità.