Il Sardo e noialtri

di | 1 Luglio 2014

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Il sardo è dignitoso: virtù che manca a molti altri popoli della frammentata galassia italica. Certo, i soldi del turista continentale gli fanno comodo: ma a differenza dell’altoatesino, che si finge gentile anche se ti pianterebbe un coltello nel cuore, perché il denaro per lui non ha nazionalità né odore, il sardo ti fa capire chiaramente che anche se il turista dovesse sparire da un momento all’altro per lui non cambierebbe nulla. Se la caverebbe con quello che ha, poco o tanto che sia, come d’altronde ha sempre fatto.

Il sardo ti guarda con occhi duri e neri in fondo ai quali giace un filo di compassione: perché tu non comprenderai mai nulla della sua terra minerale e arida, del mare cristallino la che bagna. Puoi pure arrivare su quelle coste da padrone, e comprartele, ma la Sardegna rimane roba sua. E lo sai anche tu.

E infatti se c’è un luogo d’Italia in cui non ho visto evadere un solo, misero scontrino, quella è la Sardegna. Andatelo a dire agli alfieri dell’evasione fiscale, che abitano in regioni il cui PIL è superiore a quello di certi paesi del terzo mondo, e piangono il morto dopo aver rapinato la nazione per decenni.

Il sardo ti guarda con l’amara rassegnazione di chi ha capito tutto del ridicolo dell’esistenza umana eppure conserva una dedizione disperata alla vita: lo dimostrano le sue strade. Le strade della Sardegna disegnano intricati ghirigori nel nulla, in luoghi brulli che sembrano privi di vita, eppure non trovi una sola buca nell’asfalto. Sono strade perfette, come appena realizzate, anche in mezzo al niente.

Il sardo ti guarda, ma senza studiarti e non dall’alto in basso, come potrebbe sembrare al primo impatto: con ogni probabilità non gli interessa nulla di dimostrare che è migliore di te. La diversità della sua storia personale parla da sola: non è questione di numeri, ma di parametri differenti su cui sono fondate le esistenze dei popoli.

Come tanti altri luoghi del nostro povero paese, la Sardegna meriterebbe piena indipendenza e dignità di nazione. Per storia, per tradizioni, per lingua. Non basta uno statuto speciale a rendere effettivamente speciale un luogo speciale. E visto che ormai, dopo un secolo e mezzo di storia taroccata, stragi di stato, logge massoniche e deliri populistici di vario ordine e grado, sembra impossibile realizzare una unione nazionale dignitosa e storicamente onesta, vi dico la verità, meglio ognuno per la sua strada. Sarebbe la scusa giusta, forse, per imparare tutti a convivere in modo più costruttivo.

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