Il signore di novembre

di | 17 Novembre 2009

C’è un anziano signore che viene a trovarmi ogni anno, in novembre, a corroborare la mia magra attività libero-professionale ecografica.

E’ un signore di 81 anni, molto distinto, dai modi gentili, sempre ben vestito e pettinato: mi conforta vederlo perché è l’immagine di come vorrei diventare io alla sua età, avendo la ventura di giungerci nelle stesse (buone) condizioni di salute. Perché la vecchiaia è infida: prima si era vecchi a cinquanta anni, adesso prima degli ottanta nelle discussioni interdisciplinari vieni considerato un ragazzino e come tale trattato; specie se godi di buona salute e non sei rimbambito.

Devo dire che c’è qualcosa di confortante nel rivedere l’anziano signore gentile ogni anno, quando cominciano i primi freddi e l’aria ritorna umida e le foglie gialle degli alberi cadono leggere sull’asfalto. Un senso ancestrale della ciclicità del tempo che noi occidentali abbiamo smarrito: da quando un paio di millenni fa ci hanno comunicato che si nasce, si vive, si muore e poi è più facile che le cose si mettano male che bene. Fermo restando che indietro, purtroppo o per fortuna, non è possibile tornare.

E poi quella elegante gentilezza da anziano signore d’altri tempi: che rassicura, lascia intravedere scorci di futuribile speranza; perché se ce l’ha fatta lui, a non farsi corrompere dal malumore degli anni passati, beh, forse allora potrei farcela anche io.

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