Mostrateci una strada, per favore

di | 15 Febbraio 2016

Come forse avete già letto, se siete medici, o forse no, se siete semplici e rassegnati utenti del servizio sanitario regionale, il DM appropriatezza, quello che limitava 208 prestazioni mediche erogabili e stabiliva sanzioni pecuniarie per il prescrittore che non si fosse allineato, è stato già smentito, rivisto, attenuato, modificato, insomma quello che volete voi.

Io, personalmente, avevo già espresso qui il mio parere sull’argomento: un sistema di regolamentazione fondato non sull’evidence based medicine, o comunque non esclusivamente, ma sulle sanzioni punitive ai medici inadempienti, beh, come minimo aveva qualche punto debole su cui discutere. La riflessione non implica, ovviamente, che il sistema non sia migliorabile. E implica pure che i primi oggetti del cambiamento devono necessariamente essere gli attori principali, ossia i medici: visto il livello medio della motivazione di che fa questo lavoro, oggi come oggi, forse colpire nel portafoglio era davvero l’unica speranza di ottenere qualche risultato. Il problema stava nel metodo, come al solito: qui si sta parlando di medicina, non di astrologia o di sesso degli angeli. Le scelte dovrebbero essere condivise su base scientifica, e non imposte dall’altro come se fossimo in un regime assolutistico gestito da generali che di medicina capiscono poco e niente (come di fatto, poi, è).

Però oggi, senza scendere in particolari ipertecnici che otterrebbero il solo scopo di annoiare chi legge, voglio dire solo una cosa: sapete cosa getta i medici nello sconforto, fatta la tara della cialtronaggine statisticamente insita nella popolazione sanitaria? Sapete cosa sta minando alle basi l’integrità del servizio sanitario nazionale, ammesso e non concesso che la strategia non sia deliberata ma solo frutto di confusioni e inesperienze politiche a tutti i livelli della scala decisionale?

La risposta è semplice: l’assoluta mancanza di un progetto sulla lunga distanza, di una visione condivisibile da tutti, politici e operatori sanitari. L’assenza di strategie, la sgradevole sensazione che tutto venga deciso in funzione della prossima tornata elettorale, con scelte per lo più prive di logica: che infatti, tempo pochi mesi, vengono contraddette dalle stesse menti che le avevano ideate. Con grande scorno di tutti, medici in prima fila.

Per cui, adesso, una sola preghiera ai decisori politici: mettetevi a tavolino, prendetevi il giusto tempo, se non ci capite nulla fatevi consigliare da chi volete voi, ragionateci su con calma, armatevi di buon senso. Ma poi dateci una risposta, mostrateci una strada da seguire: e che quella sia, per favore, senza retromarce.

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