Quello che davvero conta

di | 11 Novembre 2013

11105635-orologio-da-tasca-vecchio-sepolto-nella-sabbia-concetto-di-tempo-persoL’ho realizzato con qualche ora di ritardo, quello che davvero conta. Partendo da una conversazione casuale con un collega sui punti ECM e sulle difficoltà di accumularne abbastanza se ai congressi e corsi cominci ad andarci come relatore e non più come uditore.
La risposta è stata chiara: Non bisogna andarci come relatore, allora. Il succo del discorso: Tanto non c’è niente di nuovo da dire, specie in questo paese, dunque è tutto tempo perso.
Io avrei voluto ribattere: e invece cos’è meglio, starsene a galleggiare a mezz’acqua nella pozzanghera del proprio reparto ospedaliero, facendo finta di sentirsi bravi con quelle due o tre nozioni base che si è imparato a maneggiare in vent’anni di onorata carriera? Ma non l’ho detto. E sapete perché? Perché certe volte la presunzione di averlo intuito davvero, quello che veramente conta, non ha l’effetto di farmi aprire la bocca per dare aria ai denti. No, me la serra.
Già. Perché, sapete, non contano i soldi. Non contano le platee numerose e nemmeno le lodi che ti becchi per un lavoro tuo o fatto da altri, come spesso capita. Non contano niente le mostrine accumulate sulla spallina del camice, o il sedere appoggiato sulla poltrona più comoda del reparto. Non contano gli articoli scientifici, se pure sei stato tu a scriverli, non conta un cavolo l’impact factor e nulla conta il curriculum vitae lungo una trentina di pagine da presentare al prossimo concorso. Conta niente essere il referente di un reparto ospedaliero piuttosto che un altro, quello a cui chiedono il parere decisivo quando i dubbi sono troppi per fidarsi ciecamente del collega più giovane o più scalcagnato, o essere quello che solleva il dito e aggrotta le sopracciglia per guadagnare punti sull’errore marchiano compiuto da chi fino a un secondo fa ha refertato nella consolle accanto alla tua.
Quello che conta, l’unica cosa che davvero conta, è coltivare un progetto: non un sogno, che fa tanto new age, ma un progetto concreto, qualcosa che si possa toccare con le mani, a cui prima o poi dare una forma. E forse conta qualcosa anche mettere a parte le persone dei tuoi progetti: perché da soli è possibile montare insieme i pezzi di un mobile dell’Ikea, forse, ma se vuoi costruire qualcosa di più bello e duraturo il mestiere devi impararlo da qualcuno dotato di capacità e passione.
Il che ci riporta all’inizio della conversazione: ma con qualche ora di ritardo, purtroppo, ormai non più recuperabile.

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