La magnolia giapponese è un albero ibrido: ha cioè due progenitori (magnolia denudata e magnolia lilliflora) dai quali ha preso la meravigliosa varietà di colori, che vanno dal bianco al lilla intenso.
È uno dei primi alberi a fiorire, tra febbraio e marzo, quando la primavera è solo un lieve mutamento nel profumo dell’aria e fuori fa ancora un freddo becco. Quando è in fiore la magnolia giapponese rappresenta un autentico spettacolo per gli occhi e per lo spirito: quando la mattina esco di casa è il primo albero che vedo in giardino. Mi fermo sempre cinque secondi ad ammirarlo e a volte ho l’impressione che la magnolia lo sappia, che a sua volta mi aspetti per il solo piacere di lasciarsi ammirare. Ma c’è un motivo per cui amo così tanto la magnolia giapponese: la sua fioritura dura pochissimi giorni. Quella nuvola rosa che avvolge i suoi rami è fugace, dura un soffio di vento, dopodiché ritorna a essere un comune alberello dalle foglie verdi e caduche, che in autunno cadranno. Lasciandolo spoglio.
La magnolia giapponese mi ha insegnato che il piacere, nella vita, è brevissimo; e che bisogna godere di quella brevità ogni istante disponibile. E mi ha insegnato anche un’altra cosa importante: che si può essere bellissimi anche quando finisce il nostro momento di gloria. Perché quando le sue foglie lilla, rosa e bianche sono cadute a terra, e la magnolia è tornata a essere un comune alberello da giardino, anche quel tappeto colorato ha la sua parte di meraviglia.
Non dobbiamo mai dimenticarlo, mai. Quel tappeto di foglie è sempre sotto i nostri piedi: a dimostrare a tutti che una volta, anche una sola volta nella vita, siamo stati speciali e bellissimi come la magnolia giapponese in fiore. E che il prossimo anno potremo ritornare ad esserlo: perché, fino a che dura, c’è sempre una nuova possibilità di primavera per tutti.
La canzone della clip è “You do”, di Aimee Mann. Parte della colonna sonora di “Magnolia”, un film di Paul Thomas Anderson, del 1999, che tutti dovrebbero vedere almeno una volta nella vita.