Bentornati, bentrovati

di | 5 Settembre 2013

Ve ne siete accorti, ho prolungato oltre misura le ferie estive di blogger perché, che volete, dopo quasi un decennio di attività quasi ininterrotta ho deciso di prendermi qualche settimana di tempo per leggere (la recensione di un libro stupendo di economia sanitaria tra pochi giorni), scrivere (il prossimo post, credo) e pensare (ce n’è stato motivo, eccome, tra affari miei e altalene politico-economiche e prese di posizione nazional-ideologiche che se questo fosse un blog serio chiamerei pubblicamente vergognose e destabilizzanti).

Ma qui non si parla di politica quasi mai, o per meglio dire si parla della politica dei fatti e non di quella delle pugnette, come chiosava il comico romagnolo di Zelig; però temo che i prossimi mesi vi costringerò ancora a leggere filippiche sulle brutture del sistema sanitario nazionale e sulle ormai poche strade agibili per salvare il salvabile. Le letture che ho fatto, ripeto, mi hanno fatto spalancare occhi già di loro belli aperti, e purtroppo la situazione attuale, con direttive politiche tutto sommato nemmeno troppo sbagliate ma portate avanti da persone poco competenti, non lascia adito a grossi ottimismi.

Infatti, per chiudere, vi racconto subito il primo aneddoto da bar ospedaliero del dopo-agosto.

Due colleghi di differenti discipline, chirurgo e internista, fanno colazione insieme.

C. Certo che ‘sta Lorenzin, eh.

I. Beh, e che vuoi, questa ha appena la licenza liceale, che ti credi.

C. Si, ho capito, ma forse sarebbe il caso di far fare il ministro a qualcuno che ci capisce qualcosa, un tecnico insomma.

I. Sei sicuro di quello che dici? Guarda che Sirchia era internista e Fazio un medico nucleare. 

C. Ferruccio Fazio? Non era universitario, quello?

I. Si.

C. E allora che vuoi che ci capisca? Da quando in qua gli universitari italiani hanno lavorato un solo giorno in vita loro?

Insomma, mi perdonino gli universitari attivi e stakanovisti, e io ne conosco più di uno, ma questa è la situazione da cui partiamo a settembre 2013. Volenti o nolenti (che poi le borse croniche sotto gli occhi di Beatrice mi fanno anche tenerezza, ma quello è un altro discorso).

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