Caro Diario

di | 25 Dicembre 2015

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Sono maggiorenne, cambia tutto e non cambia niente.

Cambia tutto perché giuridicamente e politicamente ora conto qualcosa (potrò votare). Perché teoricamente non dipendo che da me stesso. E perché, secondo la morale comune, ora sono un uomo e non più un ragazzo.

E invece non cambia niente: perché quello che ero son rimasto, non cambiano le mie idee né il mio modo di vivere. Sono lo stesso Giancarlo di sempre, più o meno.

Piuttosto è il mondo che cambia nei miei confronti, diventa più ostile ancora e si diverte a tagliare gambe come se falciasse erba. A questo punto forse dovrei dire che non mi piegherò mai, che rimarrò sempre uguale a me stesso: che sarò per sempre diverso da chi si adegua senza riflettere alle situazioni; anche se dovessi esserlo solo mediocremente. Perché non è la mediocrità che mi spaventa, piuttosto la mancanza di coraggio. Non credo che un uomo debba essere valutato dai risultati che raggiunge nella vita, ma da ciò che riesce a dare a chi gli sta accanto. Qualunque siano le condizioni in cui versa.

Insomma, siamo tutti figli del caso: non è mai nostro il merito delle nostre conquiste. Almeno, non del tutto.

(25 dicembre 1986)

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