Battesimo di coppia mista (mamma veneta, papà dell’Ohio, USA).
Invitati misti, coppie spettacolari con lui americano del Minnesota e lei parigina (ma con tratti magrebini che non sto a dirvi) o con lei ancora veneta ma lui, udite udite, neozelandese.
Anna, una delle due bimbe della coppia veneto-neozelandese (uno spettacolo di biondina di otto anni), mi viene vicino e chiede: Tu sei italiano?
Io: In un certo senso si.
Lei (adulatrice, perché il mio inglese fa schifo): Credevo fossi inglese. Dove sei nato?
Io: In Campania.
Lei: In Campania è dove c’è Napoli, vero?
Io: Si, solo un bel po’ più a nord, al confine con il Lazio.
Lei: Ah, ho capito. Sei mezzo napoletano e mezzo italiano.
Ed ecco risolto il problema. Avessi dovuto definirmi pubblicamente, prima di ieri pomeriggio, avrei dovuto adoperare lunghe e complicate perifrasi. Invece Anna la bionda, metà veneta e metà neozelandese, ha capito tutto a volo e me l’ha spiegato che meglio di così non si può. E poi ci vengono a dire che le razze miste non sono un passo avanti.