La ragazza non è bella. Ha un viso irregolare, le guance messe a dura prova da residui di acne giovanile. Ma le sue sopracciglia sono curate. E altrettanto curata è la scollatura, associata alla consapevolezza che il suo punto forte distoglierà l’attenzione dai difetti del volto. Appena parte il treno regionale la ragazza tira fuori dalla borsa la trousse del trucco e comincia una cerimonia di preparazione che dura tutto il tempo del viaggio: creme, fard, correttori, ombretto, rossetto. La sua precisione è impressionante, da professionista del ramo. Esibisce una meticolosità che io vorrei vedere in certi miei colleghi di lavoro, non si distrae nemmeno un secondo dall’obiettivo e controlla di volta in volta il risultato in un piccolo specchio tascabile; con occhio critico, come se stesse truccando un’altra persona. Alla fine, quando il regionale arriva a destinazione, si concede un mezzo sorriso soddisfatto: è soddisfatta del risultato e ha ragione di esserlo. Quando scenderà dal treno, per recarsi ovunque la stiano aspettando, la scollatura generosa non sarà più il suo unico punto di forza.