Cronache del virus fetente #30

di | 19 Settembre 2021

Questo è il fulgido esempio (uno dei tanti, in realtà) di come la maggior parte della stampa nostrana si sia mossa dall’inizio dell’emergenza: con lo scopo di disinformare, confondere le acque, dividere, spaccare. In ultima analisi, forse, e più tristemente, con l’obiettivo del titolone da finto scoop per vendere una copia in più del quotidiano.

Notizie come questa deflagrano come mine antiuomo un un campo già pieno di cadaveri. Quale informazione vorrebbero veicolare? Che la no-vax morta per covid se l’è andata a cercare e quindi le sta bene? Oppure serve a fare il paio con i 12 addetti della centrale del 118 di Palermo, tutti positivi e in isolamento nonostante fossero vaccinati? In entrambi i casi la notizia è lanciata come un sasso contro una finestra, senza alcun interesse per le conseguenze dei cocci di vetro che finiscono nella stanza. Vedi che il vaccino serve a salvare la vita? Vedi che non serve a niente e ti contagi lo stesso? E così la confusione aumenta, rendendo la vita facile a chi sul divide et impera si è costruito una fortuna.

E allora c’è una sola cosa da ricordare, anzi due. La prima è che nelle emergenze sanitarie contano solo l’andamento generale, i grandi numeri, la statistica intesa come scienza matematica. I singoli casi, fatto salvo il carico di sofferenza che li accompagna, non hanno alcuna rilevanza statistica, non significano niente, non forniscono nessuna informazione attendibile su cosa sta accadendo.

La seconda è che bisogna diffidare di chi deforma la verità per i propri scopi, qualunque sia la parte per la quale tiene. E, più di tutti, diffidare di chi per mestiere dovrebbe fornire notizie e invece finisce solo per generare confusione, panico, spaccature.

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