E la chiamavano Malasanità

di | 24 Settembre 2010

E’ successo ancora. Qualcuno, alla mia non più tenera età, ancora riesce a stupirmi.

Mi chiama il pronto soccorso: signora di 31 anni caduta ieri, con sangue nelle urine, ecografia del tutto negativa e una TC urgente richiesta da un consulente non nuovo a simili facezie. La stessa collega sembra scusarsi, dice: Io non l’avrei richiesta, ma che devo fare? Semplice, direbbe il mio amico Matteo: Il paziente è tuo, non confermare la richiesta del consulente. Per esempio.

Non pago, chiamo di persona il consulente e gli chiedo perchè diamine una trentenne con ecografia negativa dovrebbe sciropparsi una dose di raggi da cavallo; e le risposte sono queste, una più sorprendente dell’altra.

1. Sai, ogni caso ha due livelli, quello clinico e quello medico-legale (risposta: Ciccio, quando parli con me leva di mezzo quello medico-legale. Qui si parla di clinica, o non si parla di niente).

2. Lo sai meglio di me che l’ecografia è una metodica operatore-dipendente (risposta: Stai insinuando che il mio collega del PS non è competente?).

3. Cosa vuoi che sia, una Tac non ha mai ucciso nessuno (risposta: Perfetto, vieni giù che te ne faccio un paio anche a te, poi mi dici se 5900 mAs sono aranciata frizzante).

4 (udite udite). Io in questo momento io sto parando il culo all’Azienda! (il collega non fa Azienda di cognome).

Un genio, insomma: ma un genio del male, un muro di gomma impermeabile a qualunque tipo di logica, medica e non. Uno che mi fa l’effetto opposto del paziente dell’ultimo post: ossia, la voglia di fare il medico me la fa passare.

Per cui, quando vi troverete di fronte al prossimo episodio di lampante malasanità pensate a questo: che nella vita quotidiana, lontano dai riflettori e dai giornalisti avvoltoi, lontano dalle stanze bianche del ministro e dei professori universitari, succede di peggio. Ed è un peggio strisciante, infido, contro il quale nessuna difesa è possibile: nè da parte del cittadino, che verrà ancora irradiato per nulla, con tumori radio-indotti di vario genere e grado che spunteranno come funghi e inutili maledizioni all’indirizzo delle varie divinità (che stavolta c’entreranno ben poco), nè da parte del radiologo. Il quale, oltre a suggerirgli poco urbanamente di cambiare mestiere e aggiungere in calce al referto la dosimetria dell’esame, a imperitura memoria dei posteri (e della paziente, casomai le venisse l’uzzolo della vendetta), in questi da solo non può cambiare il mondo.

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