Pomeriggio di pronto soccorso.
Due guardie carcerarie conducono un galeotto tunisino a fare esami radiografici. Il galeotto, non riesco a immaginare in che modo, si svincola dalla presa ferrea dei suoi custodi, apre con una spallata la porta dello studio radiologico e, non contento, sfonda pure il vetro della finestra alla ricerca di una fuga improbabile.
Fuori dalla finestra si spiaccica contro le impalcature di metallo che sono state montate per lavori circa un anno fa, riesce a scivolare fino a terra ma alla fine è lì che viene ribeccato, claudicante, dalle guardie.
Il mio collega, per sua fortuna, era in sala ecografica: altrimenti, chissà, ce lo saremo ritrovati ostaggio del fuggitivo o costretto anche lui a calarsi giù dalle grondaie come un pompiere improvvisato.
Non c’è davvero niente da fare, gente: in pronto soccorso non ci si annoia mai.