Guardami dentro gli occhi

di | 14 Dicembre 2012

Qualche notte fa ero di guardia, e ho fatto un sogno. Finalmente avevo guadagnato il letto dopo l’abituale multipla esclusione di improbabili e fantomatici casi di embolia polmonare sparsi per l’ospedale, e dovremmo discutere sul ritmo circadiano del sospetto di embolia polmonare, perchè vien sempre di notte quasi come la Befana. O forse è che di notte tutto fa più paura e i guardiani dei fari, soli come me, iniziano a prendere in considerazione qualsiasi ipotesi pur di scongiurare i loro spettri. Insomma nessuno embolizzava, io mi ero appoggiato sperando in una transitoria pace, ed ecco che mi sveglio dopo pochissimo per un sogno quasi assurdo, eppure reale.

Nel sogno sono io, sono il solito radiologo, ma non riesco più a vedere. Ma non è che non riesca a vedere nulla. Solo, non posso vedere radiografie, risonanze, tac. Mi mancano gli occhiali adatti. So camminare, so guidare, so leggere persino: ma non posso fare il mio lavoro. Inutile dire che come in ogni buon sogno che si rispetti, non c’é modo di avere quegli occhiali. I sogni hanno sensi di certezza inscalfibili, e nel sogno tu non metti in discussione. Semplicemente, accetti. Sai già senza che nessuno te lo debba spiegare. Per questo, in fondo, mi piacciono anche quelli brutti: per la serena coscienza di cose che sono, e non si possono cambiare.

Però, serena coscienza o meno, io non posso più fare il mio lavoro e non so come cavarmela. Ho una famiglia. Non posso dedicarmi da lí in poi all’onfaloscopia. Su questo pensiero mi sveglio, e naturalmente non riesco a togliermi il sogno da sotto la pelle per un bel po’.

Io sono radiologo. Sono un radiologo, certo, ma sono nato radiologo, e ho solo scoperto a un certo punto che era quello il mio destino. Non si tratta solo della sussistenza della mia famiglia, che pure è la cosa più importante della mia vita. Ma cosa farei se dovessi trovarmi amputato di una cosa cosí importante? Perchè a questo punto si tratterebbe proprio di una menomazione vera e propria. Che mestiere avrei fatto in un’altra epoca? O meglio: che mestiere ho fatto? Sí perchè sono convinto di aver vissuto molte vite, e in molte di queste la radiologia era ancora da venire. In quelle che vivrò, la radiologia ci sarà e sarà ancora più esaltante di adesso. Ma nel passato non riesco a visualizzare cosa sono stato, senza il mio lavoro.

Poi una chiamata mi riporta coi piedi per terra. C’e una sospetta embolia polmonare in ortopedia, e fortunatamente i miei occhiali sono lí di fianco a me.

Lascia un commento