Ho avuto le mie soddisfazioni e la mia dose di sconfitte

di | 14 Gennaio 2018

https://youtu.be/IQCs7wUMVgs

E così, l’altra sera, si è consumato l’ultimo atto.

Un collega, con cui ho lavorato gli ultimi due anni gomito a gomito, ha concluso la sua carriera lavorativa. E l’ha fatto con una festa grandiosa, piena di affetto, nella quale per la prima volta i due reparti di Radiologia, quello dell’Ospedale del fiume piccolo e quello dell’Ospedale del fiume grande, sono stati insieme.

Lo dico senza pudore e senza piaggeria: devo molto a questo collega. Gli devo molto per la fiducia, l’onestà intellettuale, la correttezza speciale che ha sempre avuto nei miei confronti. Glielo devo per l’aiuto che mi ha dato nei momenti difficili e per le parole che ha saputo dirmi nei momenti peggiori, quando l’aiuto materiale non bastava più. Gli devo gratitudine per il sostegno, la comprensione, la capacità di rimettersi in discussione a fine carriera, quando gli è arrivato tra i piedi questo sconosciuto pieno di buoni propositi. E anche, soprattutto, per la capacità di resilienza che ha dimostrato nel corso degli ultimi anni, prima che io arrivassi al suo fianco: perché la vita ci sottopone a prove dure, lo sapete. E anche se probabilmente lo fa affinché noi si impari qualche lezione importante, i momenti in cui le affrontiamo a volte ci mettono quasi in ginocchio.

Ma è in ginocchio che si imparano le lezioni più importanti: da quella posizione scomoda e umiliante si guarda il mondo da una prospettiva nuova e a volte si scorge una possibile soluzione ai nostri guai. E, soprattutto, è solo quando sei in ginocchio che capisci come ci si sente a stare così, e se hai un minimo di sale in zucca ti rendi conto che nessuno dovrebbe mai provare quell’umiliazione.

Ecco perché qualcuno esce bene e qualcun esce male. Quelli che amano metterti in ginocchio escono da soli. Gli altri escono tra gli abbracci. E scusate se è poco.

(E quindi, Paolo, grazie e a presto)


La canzone della clip è “My way”, cantata da Frank Sinatra e tratta dall’album omonimo del 1969. Inutile, credo, qualsiasi commento alla scelta.

 

 

Lascia un commento