La vita è un pò come andare in monopattino (anche se, a dire il vero, tutto e il contrario di tutto è un pò come la vita).
Qualcuno te lo regala, tu lo scarti, ti aiutano a montarlo e ti spiegano come andarci su.
All’inizio va già bene se riesci a starci su con un piede, poi impari a darti lo slancio e a mettere su anche l’altro. Prima per pochi decimetri, poi per un tratto più lungo. Alla fine ti fai la discesa con il vento nei capelli e freni con una derapata.
Il problema, talvolta, è che hai un genitore che ti incute un timore eccessivo del monopattino e ti frena. Altre volte il monopattino non è abbastanza robusto, e si rompe alla prima pietra incocciata dalle ruote. Altre volte ancora qualcuno te lo frega perchè ti sei distratto un attimo.
In ogni caso, il punto critico non è il monopattino ma chi lo guida. Perchè, come tutti gli altri mezzi di locomozione, il monopattino serve solo a portarti da un luogo a un altro.
C’è una sola cosa che in quarant’anni ancora non ho capito: se alla fine sia più importante il viaggio in sè o la meta, ossia arrivare a destinazione.
Spero di capirlo presto.
Quantomeno, prima che qualcuno mi regali davvero un monopattino.