Qualche tempo fa chi mi ha regalato il blog è stato anche così gentile da fornirmi le coordinate per valutarne il traffico internet: una specie di contatore delle visite per capire chi viene a trovarmi, quando e per quali motivi. Per un po’ me ne sono dimenticato: l’altra sera ho ritrovato il mail con gli estremi per l’ingresso nel counter del blog e sono andato a dare un’occhiata. I risultati mi hanno sorpreso, e vorrei mettervene a parte.
Il 15% dei visitatori, incredibile a dirsi, cerca proprio me: digita su Google “radiologo net” e mi trova. Adesso vai a vedere se sono visitatori affezionati, una sorta di amici virtuali che purtroppo non conoscerò mai di persona, o se si
tratta di arcigni figuri che vengono a controllare se anche oggi ho partorito la mia cazzata quotidiana; ma poco importa.
Un 30-40% va su Google perchè ha problemi medici, si imbatte nel blog per sbaglio e in genere cambia subito aria. Ho notato una frequenza piuttosto alta di ricerche su problemi coccigei: forse gli italiani sono un popolo che casca di
sedere, o che il sedere cerca di pararselo (e con i tempi che corrono chi può dargli torto?).
Un altro 30% circa è interessato in senso generale alla figura del radiologo: più nel particolare a quanto guadagna, quanto guadagna in libera professione, se e quando può lavorare in privato et cetera. Accanto a chi ha fatto timide
ricerche sui dittafoni con cui lavoriamo abitualmente c’è qualcuno che ha digitato su Google “radiologo stipendio stati uniti”: forse è un medico in piena crisi di identità civile e sta pensando di cambiare nazionalità; o forse vuole solo farsi del male pensando a colleghi che guadagnano dieci volte più di lui.
Un 5-6% dei visitatori mi inquieta con insidiose ricerche sugli errori medici. Uno, in particolare, rende insonni le mie notti con domande tipo: “quando il medico sbaglia cosa fare”. Consiglio vivamente un’arma letale ma indolore. Soprattutto, non sparateci addosso mentre usciamo dal parcheggio dell’ospedale: non tutti siamo professori universitari di chiara fama, non tutti possediamo cliniche private e non tutti guidiamo una Porsche nuova di zecca (se doveste fare un buco nella carrozzeria della mia Stilo ci rimarrei molto male). Comunque, meglio un colpo di bazooka che una lettera dell’avvocato: nel primo caso la pena finisce subito, nel secondo dura anni interi anche se alla fine si
scopre che il medico non ha torto.
Poi c’è un 2-3% di ricerche surreali, sulle quali non so pronunciarmi e attendo invece il vostro consiglio. Esempi: “come stare fermo per fare la risonanza magnetica” (francamente, non lo so. Farvi anestetizzare? Chiudere gli occhi e pensare a una spiaggia tropicale con le palme di cocco e un’indigena coronata di fior di loto? Decidere semplicemente di stare fermi senza troppe storie? In fondo le ultime macchine non sono così anguste come quelle vecchie); “padella
ospedaliera” (esistono monografie sull’argomento? Studi scientifici dedicati? Se così fosse fatemelo sapere, pubblicherò i dati e li metterò a disposizione dei feticisti del genere); “mestruazioni racconti” e “clisma opaco racconti” (adesso, io non so cosa siete avvezzi a leggere né voglio farmi gli affari vostri, ma non è meglio se andate in libreria e vi fate consigliare qualcosa di meno estremo? Chi scriverebbe mai un racconto sul clisma opaco del colon? Magari adesso ci provo io, così mi faccio un altro amico).
Quindi ci sono i soliti maniaci sessuali: quelli che cercano cose tipo “scopata radiologo” (perché proprio del radiologo? Lo facciamo in modo diverso dagli altri?), “racconto dottore moglie nuda” (povere le nostre dolci metà , oggetto di tali incongrue fantasie), “nuda sul lettino” (non va bene nel letto, in automobile, in mezzo a un prato, in una cabina telefonica, su una sedia a dondolo o di sponda sulla lavatrice, nel retrobottega di un negozio da barbiere?) e varie altre analoghe amenità .
Poi ce n’è uno commovente e amaro: “leucemia acuta + miracolo”. E’ una ricerca che in un solo istante dà il senso della disperazione dei pazienti e dell’impotenza dei medici di fronte ai drammi della vita. Qualunque sia la preghiera di chi ha digitato quel testo, spero tanto nella magnanimità del Padreterno.
Infine l’ultimo, il più strano di tutti, quello che sembra l’epitaffio per un radiologo che tiene un blog, scrive racconti e spera con tutte le sue forze di non sbagliare mai una diagnosi: “racconto errore medico blog”.