Nella rubrica “Scienze” dell’Espresso n. 16 di aprile 2011 si può trovare la solita polemica in pillole su argomenti medici. Solo che questa volta l’argomento è interessante.
Si parla di TC: l’articolo esordisce con la sconvolgente rivelazione che negli USA vengono praticati la bellezza di 70 milioni di esami l’anno. Cifra sconvolgente, certo. Ma noi, in Italia? E specie al nord, dove c’è una considerevole densità di apparecchiature TC? Non lo sapremo mai.
Quello che sappiamo però è che i raggi X della TC producono un danno stocastico, ossia non dipendente dalla dose erogata; e che ogni mille TC nel bambino e duemila nell’adulto provocano un cancro mortale (mortale, il che vuol dire anche altri casi non mortali). Il rischio sembra piccolo nel singolo individuo, ma provate voi a moltiplicarlo per 70 milioni di persone!
L’articolista a questo punto chiosa: ma la maggior parte delle TC sono inutili (forza! Un altro rinforzo per Fort Alamo). E cita il Massachusetts General Hospital, dove è in funzione un software che calcola l’utilità dell’esame richiesto: quando il medico richiede la prestazione il software gli dice, No, bello, la tua TC è inutile. E il numero delle le richieste valutate su indice trimestrale, ds quando si usa il software, è calato di dieci volte (avete capito bene, 10 tonde volte).
Da cui una inevitabile riflessione. Voi sapete come la penso: in medicina (ancor più in radiologia) la tecnologia conta poco senza uomini che la facciano funzionare e che sappiano comprenderne limiti e potenzialità. Ecco perchè l’idea del software che ti valuta il grado di inutilità della TC mi fa ridere e incazzare al tempo stesso. Perchè giustifica e copre la scarsa competenza dei medici e impedisce la soluzione più ovvia del problema: alzare la cornetta del telefono e, semplicemente, parlare del caso in questione con un radiologo.
La tecnologia è una meravigliosa opportunità ma, come sta accadendo in altri settori, rischia di abbattere i sistemi di comunicazione tra le persone. Se un medico di PS si fa influenzare così tanto da un programmino del picchio, perchè quando a parlargli di inutilità e inappropriatezza è in radiologo la prende come un’offesa personale o crede che il radiologo contesti perché non ha voglia di eseguire l’esame?
E non è tutto. Il giornalista, nel chiudere l’articolo, ricorda giudiziosamente che le TC attuali una magagna, magari piccola, la trovano a tutti; sani e malati. Il che vuol dire, appunto, fine della serenità.
Ma questa è un’altra storia, e la racconteremo un’altra volta.