La fine del mondo passa per Le Beccherie

di | 2 Marzo 2014

Lo sapete, io vivo a Treviso ma non sono trevigiano. Anzi, direbbe qualcuno con la cravatta verde.

Però vivo qui da abbastanza tempo e mi sono affezionato alle persone, alle strade, ai fiumi che la solcano, agli eleganti palazzi antichi del centro storico.

E’ nato tutto quando ho avuto il primo figlio. Insieme a lui ho girato la città in lungo e in largo, spingendo il passeggino sui marciapiedi spesso ingombrati dai SUV: perché in fondo Treviso è piccola come un posacenere, dice spesso ridendo una mia irriverente collega. E per ogni luogo in cui transitavamo avevo una storia da raccontargli, una storia che avevo letto nel mio libro storico su Treviso, la sera prima, un secondo prima di addormentarmi. Lui non capiva una sola parola dei miei racconti, ne convengo, ma in fondo è qui che è nato, questa è e sarà sempre la sua terra. Volevo solo che si abituasse fin da subito a conoscere i suoi luoghi, lui che è figlio di un padre apolide, di uno che sta bene ovunque lo metti perché, in fondo, si sente a disagio dappertutto.

Qualche giorno fa ho saputo che un ristorante del centro storico, Le Beccherie, ha chiuso definitivamente. Adesso, lo so che non sono trevigiano e che in fondo non dovrebbe fregarmene una beneamata, che i ristoranti aprono e chiudono, che la crisi sta erodendo lentamente non soltanto la ricchezza di un territorio ma anche la sua cultura, la sua storia, e che bisogna stare al passo con i tempi altrimenti, per usare una metafora di un altro luogo del cuore, si finisce per piegare gli stracci. E so anche che in quell’angolo incantevole del centro, in quella bella piazzetta con l’acciottolato in cui i bambini possono correre senza timore che qualcuno li metta sotto, subentrerà una nuova attività commerciale, un negozio di abbigliamento o forse persino un altro ristorante: ma non sarà la stessa cosa.

Le Beccherie erano un ristorante storico, aperto da quasi un secolo. Ci mangiavi i piatti della tradizione locale, l’ambiente era caldo e accogliente, e la leggenda narra che il tiramisù sia stato inventato proprio in quelle cucine che adesso sono state smantellate. In quel posto ho organizzato alcune delle cene congressuali meglio riuscite della mia carriera: è anche lì che lavorativamente, come si potrebbe dire in gergo, sono diventato uomo.

Insomma, io non sono trevigiano. Anzi.

Però le Beccherie hanno chiuso, io ancora stento a crederci e a volte la spietatezza del futuro, che volete, mi mette proprio paura.

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