Quando questo blog fu ideato e aperto, lo ricordo sempre anche a costo di sembrare ripetitivo, mi ero riproposto uno scopo: accorciare le distanze. Tutte: quelle tra medico e paziente prima di ogni altra. Nutrivo la (pia) illusione che raccontare le vicende quotidiane di un medico qualunque potesse servire a comprendere meglio i meccanismi perversi nei quali si dibattono gli operatori sanitari, e a rendere i pazienti più consapevoli delle difficoltà gestionali quotidiane che per loro si traducono, inevitabilmente, in ritardi, disservizi, errori evitabili.
Probabilmente non sono riuscito nel mio scopo, ma almeno lasciatemi un’attenuante generica: lavoro contro enormi resistenze, per mille casi di buona sanità ce n’è uno di cattiva ed è lì che gli avvoltoi (giornalisti, avvocati, gestori di agenzie infortunistiche) si scatenano senza ritegno. Per quanto concerne i giornalisti, spesso senza contraddittorio. Per quanto concerne gli avvocati, sempre senza tentativi di mediazione preliminare. Per quanto concerne gli altri, beh, gli altri nemmeno sto a nominarli per quanto mi fanno ribrezzo.
Ma non demordo. A seguire vi propongo un nuovo post di Antonio: molto amaro, ai limiti del disincanto. Racconta molto bene di come ci sentiamo noi medici in questi anni cupi di sfiducia globale e sovvertimento di qualunque genere di valore sociale.
Non dimentico che la mia categoria è popolata da cialtroni di ogni genere e grado: l’ultimo in cui mi sono imbattuto è un medico di medicina generale che, di fronte alla contestazione telefonica di una richiesta assurda, ha avuto a cuore solo che mettessi nero su bianco che non avrei eseguito l’esame in questione (risposta: Ci parlo io con la paziente, così ti sgravo anche da quest’altra immane fatica). Ma non dimentico anche la quota cospicua di colleghi appassionati e tenaci che ogni giorno hanno problemi come quelli che Antonio racconta: più a uso di pazienti scettici, pavento, che di colleghi più o meno cialtroni.
Caro Gaddo,
anche oggi giornata di lite con i “pazienti”.
A fronte di una richiesta ortopedica di rachide in toto per osteocondrosi giovanile ho fatto eseguire un esame perfetto del rachide con conferma di osteocondrosi dorsale in un ragazzo di 15 anni.
Niente altro sapevo dei precedenti e della clinica.
I genitori mi hanno aggredito per eccesso di radiografie la dove, a loro dire, dovevo capire che si richiedeva un esame in unica esposizione per lo studio globale della colonna per scoliosi.
Mi hanno fatto una lezione di radioprotezione e di etica medica seguita dalla minaccia di esposto per superficialità e soprattutto dalla affermazione fortemente offensiva che se il figlio fosse stato il mio mi sarei comportato diversamente. Ho tralasciato di raccontare quali peripezie ho vissuto e vivo per la salute dei miei figli, che a parlarne ora che ti scrivo mi viene da piangere.
Ho parlato con l’ortopedico che non trovava nulla di particolare nel mio operato tranne chiedermi una ulteriore radiografia per scoliosi.
Visto che non volevano andaresene ti giuro che stavo per prendere il padre supponente per il collo e sbatterlo fuori a calci in culo.
Questi due deficienti sono andati in giro in un pomeriggio per tutte le radiologie dell’Umbria a chiedere se avevo fatto l’esame giusto. E pare che un collega abbia anche detto di no, che avevo sbagliato.
Ora sai che ti dico: noi diamo troppo, non troppo poco. Andassero da un bambino africano che muore per fame o per HIV a lamentarsi di un esame impeccabile con diagnosi perfetta. Andassero da un professionista qualsiasi ad accusarlo di superficialità. Andassero a chiedere cosa succederà purtroppo al loro figlio, cioè che soffrirà per sempre di problemi alla colonna vista la gravità della scoliosi e la presenza di segni chiari di osteocondrosi dorsale.
E allora, sono io il responsabile della malattia? Merito per questo offese che spingerebbero chiunque a reagire con uno sventolone da appicicarli al muro come bucce di fico?
Ora faranno il loro esposto, di certo, magari per eccesso di esposizione, come stanno facendo negli USA.
E il mio esame del rachide, impeccabile, andrà davanti a un giudice.
E’ ora che le richieste immotivate siano rimandate al curante e che la gente capisca l’essenza del nostro lavoro.
Gente che per conto mio non si merita niente perchè pensa solo al proprio “particulare”, per dirla con Guicciardini, senza una minima idea della società.
Ma da qui alle offese poi ci corre.
Con estrema amarezza.
(Antonio)