Fate un bel respiro, poi rilassatevi. Cosa vedete?
Eh, cosa vedo? E’ una parola vedere qualcosa. Forse una piccola fiammella che brucia nel buio, circondata da un guscio di luce calda. Alimentata da un mozzicone di candela che riesco appena a vedere, o dentro il vetro fragile di una lanternina. Ma ho troppi pensieri molesti che mi distraggono, la famiglia, il lavoro, l’anno di merda che finisce. Fermi tutti! Ho un metodo infallibile per scacciare i cattivi pensieri: guardarli dal di fuori, senza esprimere giudizi, come se fossi un osservatore neutrale. Studiarli, poi schioccare le dita e trasformarli in farfalle.
Liberate la mente dai pensieri, scavate dentro voi stessi…
Bene, ecco una farfalla che vola via. Poi un’altra. Questa però non vola via, anche se batte le ali molto velocemente e si sposta di continuo, a piccoli scatti nervosi. Aspetta, fammi guardare bene… non è una farfalla, è un colibrì! Un piccolo colibrì, un miracolo piumato di meccanica applicata al volo: vola da un lato all’altro della fiammella, si riscalda senza bruciarsi le penne. Mi sono sempre piaciuti, i colibrì, piccoli elicotteri non violenti, quasi capaci di essere in due posti contemporaneamente come i fotoni della fisica quantistica. E io che pensavo che il mio animale totem fosse l’elefante: il suo esatto contrario, lento, pesante, ancorato al suolo.
Andate ancora più a fondo, senza paura, rilassatevi e scivolate più in profondità.
Scivolo e scivolo in giù, anche se la posizione del loto non è comodissima e io ho la stessa elasticità articolare di una putrella d’acciaio per uso costruzioni edilizie. Scivolo e a un certo punto mi ritrovo in un mare di acqua tiepida, più densa di quella a cui siamo abituati. Apro gli occhi ed è il tramonto: ma un tramonto anomalo, color vinaccia, perché all’orizzonte sta tramontando un sole che non è il nostro sole ma una stella rossastra enorme, gigantesca, che occupa buona parte dell’orizzonte stesso. L’acqua, oltre a essere densa, è anche calda: sembra di galleggiare in un utero materno ma senza nessuna sensazione di claustrofobia da spazi ristretti.
Rilassatevi, lasciate andare giù tutti i pensieri…
Mi tuffo nell’acqua e il tuffo è lento, come se la gravità su quello strano pianeta fosse inferiore alla nostra, faccio capriole nell’acqua scura e densa e per un bel po’ non ho bisogno di respirare. Quando riemergo il sole rosso è tramontato del tutto ma non è buio: il cielo, come dicono i poeti canori italici, è tutto trapunto di stelle. E non si tratta di semplici puntini luminosi: alcuni sono grandi un quarto della nostra luna piena e hanno colori differenti, bianco, giallo, azzurro. Il centro della volta del cielo è talmente fitto di stelle che vedo la mia ombra sul pelo dell’acqua, e in quell’ammasso di luci mi sembra di scorgere il profilo di una corona. L’aria ha così un buon profumo, credetemi, e l’acqua sembra olio tiepido. Non ho né caldo né freddo: semplicemente, mi sento in paradiso.
Adesso piano piano tornate indietro, cominciate a sgranchire la punta dei piedi e delle mani.
No! Devo proprio?!?
Poi stiracchiatevi, quindi giratevi su un lato e poi, dopo aver fatto qualche bel respiro profondo, mettetevi seduti.
Si riaccendono le luci, fanno male agli occhi. Il corpo pesa, ho male al collo, la schiena dura. Bentornato a casa, si fa per dire: giusto in tempo per festeggiare la fine del 2014, anche se di malavoglia, e augurarvi un 2015 sereno come quel posto che vi ho appena descritto. Se ci riuscite, ecco, non andateci da soli: sarebbe bello comunque, ma in compagnia è meglio.
(prima che partiate con commenti sarcastici chiarisco due cose: non ho bevuto, non mi sono drogato e non mi sono sottoposto a sedute di ipnosi. Ho solo scoperto che lo yoga, questo sconosciuto, è più efficace di qualunque terapia medica nel ridurre il numero e l’intensità dei miei attacchi di emicrania, e non importa quello che credo di vedere, a occhi chiusi, durante le sessioni di rilassamento. Uno dei progetti chiave del 2015: estinguere l’emicrania dalla mia esistenza)