Da un quotidiano di oggi.
Nell’indagine sono stati coinvolti 2.737 medici al loro primo anno di lavoro dopo la laurea, che hanno completato in totale 17.003 report mensili sul loro rendimento professionale.
Turni di lavoro troppo lunghi e aumenta il rischio per il medico di compiere errori a volte fatali per i pazienti. A confermare ciò che i “camici bianchi” denunciano da sempre è uno studio condotto dagli esperti del Brigham and Women’s Hospital e dell’Harvard Medical School (Usa), pubblicato sulla rivista “Plos Medicine”.
Secondo i calcoli degli esperti, se in un mese si è lavorato anche un solo giorno per 24 ore consecutive, si ha il triplo delle possibilità di fare un errore prevenibile perchè correlato alla stanchezza. Il pericolo aumenta di sette volte se si è fatta una ‘lunga’ per cinque volte in un mese. Viceversa – si fa notare su Plos Medicine – un altro trial randomizzato effettuato nelle unità di terapia intensiva ha dimostrato che eliminare i turni troppo lunghi riduce significativamente gli errori.
Insomma, la scoperta dell’acqua calda: ci volevano proprio quelli di Harvard, e i loro geniali trials randomizzati, perchè ne fossimo davvero sicuri.
Con la differenza che, se a sbagliare è il vostro idraulico, non trovate niente di meglio da fare che telefonargli e implorare che trovi un buco per risolvere il pasticcio combinato; se invece a sbagliare è un medico, oltre a sbatterlo sulle prime pagine sui giornali hai visto mai che salta fuori anche qualche quattrino facile.
Una domanda: ma perchè, invece di rincoglionirci con i vari telefilm americani su reparti di pronto soccorso oppure ospedali d’eccellenza in cui il genio di turno ti guarda in faccia e un secondo dopo ha già diagnosticato la tua patologia rarissima, le televisioni non vengono a fare un reportage sulla vita quotidiana dei medici italiani, magari reparto per reparto e regione per regione?
Cos’è, il prodotto non tira l’audience?