Vi prego, ma vi prego proprio, di procurarvi al più presto copia digitale di quotidianosanita.it del 3 novembre u.s. Si parla del test di accesso alle scuole di specializzazione in Medicina, con le nuove modalità esecutive, e del vergognoso fallimento del tentativo per i vizi di forma ormai noti all’opinione pubblica.
Personalmente, non credo che far cadere qualche testa servirà a qualcosa. Il ministro? Il presidente del Cineca? Bah. Perché il problema non è dovuto a qualcuno in particolare che ha sbagliato: il bug è piuttosto insito nel sistema stesso e si nutre dell’incompetenza e dell’inconsistenza culturale di tutta una serie di quadri intermedi tra lo specializzando, vittima dell’errore, e il ministro, che si becca gli improperi da tutti.
Lo ripeto: quando vengono fatti sbagli così marchiani non è quasi mai una sola persona ad aver commesso l’errore. E’ un intero sistema che va in vacca, vuol dire che in quasi tutti i punti chiave qualcuno non ha svolto bene il suo dovere e dunque non era adeguato alla responsabilità di cui era investito. Insomma, restiamo nel campo minato dei dilettanti allo sbaraglio: figuranti di professione, meglio se di bell’aspetto (specie se vanno in televisione), ma del tutto privi di sostanza. Anche perché nel gran mondo della politica 2.0, anche se la funzione è apparentemente di grande responsabilità, al collaboratore (ministro, sottosegretario, direttore di ente, primario ospedaliero) non è richiesto di collaborare, come il termine suggerirebbe, ma solo di assentire educatamente alle decisioni prese in altre e distanti sedi.
Tuttavia la perla sta nell’elenco di commenti telegrafici che un geniale (ma davvero geniale, questa volta) giornalista ha aggiunto in coda alla presentazione dell’articolo. Leggetelo con me.
Binetti (UDC): “Governo abbia il coraggio di ripensare la facoltà di Medicina”. Bell’affermazione filosofica, fatta da chi ha contribuito attivamente alla rivoluzione universitaria degli scorsi anni (quella deleteria, per capirci, che ha riempito la sanità di “dottori”) e adesso piange il morto.
Lorenzin: “Annullamento dei test gravissimo. Spero ci sia soluzione al più presto”. Monito in stile presidenziale, utile come un calcio nei maroni perché come al solito delega ad altri le soluzioni.
Crimì (PD): “Grave disfunzione, Miur rimedi”. Secondo monito in stile presidenziale, se possibile ancora peggiore dell’altro perché almeno dal ministro due parole uno se le può anche aspettare, ma dagli illustri sconosciuti no.
D’Ambrosio Lettieri (FI): “Si rischia valanga di ricorsi, Occorre soluzione straordinaria: sanatoria per tutti i partecipanti”. Eccola, la soluzione del genio italico, il colpo di reni ideologico che tutto il mondo industrializzato ci invidia. La filosofia di vita che ha l’Italia reso quel paese competitivo che tutti conosciamo.
Rossi (OMCeO Milano): “I test di ingresso alla specializzazione vanno valutati e non annullati”. E potremmo anche essere d’accordo, qualora qualcuno ci spiegasse come aggirare il vizio di forma che li ha invalidati.
M5S: “Su test Medicina paghino i colpevoli, non le vittime”. Grandioso. E chi sono i colpevoli? Speriamo almeno che non ce li ammazzino di botte dopo averli portati in caserma.
Consulcesi: “Vigili sul regolare svolgimento delle prove e pronti a sostenere i ricorsi”. Che magari ci scappa qualcosa di buono anche per noi.
Ah, che soddisfazione. Che bello vivere in questo paese.