Con la pubblicazione del romanzone è successa una cosa molto carina: in tanti mi avete inviato la foto con il libro, in mano, sulle mensole delle vostre case o sulle scrivanie dei vostri studi. Il che, come immaginate, mi ha fatto molto piacere: al punto che ho creato un collage di foto che via via diventa sempre più grande e variopinto.
Qualcuno, Ester in testa, si è posto una domanda non da poco: ma perché Matteo Toscano si chiama proprio così? Cosa si nasconde dietro la scelta, non casuale, di questo nome? Bene, approfitto di questa occasione per rispondere a quanti me lo hanno chiesto.
Il cognome del protagonista ha una duplice origine. Da un lato è un omaggio alla mia defunta nonna paterna, che l’era di Lucca; dall’altro un omaggio a uno dei film che hanno segnato la mia adolescenza. Si tratta di “Io, Chiara e lo Scuro“, film del povero Francesco Nuti: il soprannome del protagonista, accanito giocatore di biliardo, era proprio “Toscano”.
Sulla scelta del nome Ester ha immaginato motivazioni molto raffinate, ma la realtà dei fatti come sempre è molto più terra terra. Matteo era il nome che avrei voluto dare a mio figlio, se ne avessi mai avuto uno, prima che tutta Italia cominciasse a chiamare i propri figli Matteo e Mattia e ci fosse quel delirio collettivo che ha condotto le maestre delle scuole elementari a trovarsene sei o sette in ogni classe. Con grande nocumento loro e dei bambini.