Ogni anno esiste un momento, un momento preciso, in cui finisce l’inverno e comincia la primavera.
Puoi avvertirlo perché apri la finestra, di primo mattino, e un refolo profumato ti accarezza il viso. Oppure perché, all’improvviso, la sciarpa al collo comincia a farti troppo caldo. O, ancora, mentre torni a casa in auto e di colpo ti accorgi che il cielo è azzurro e gli alberi sono in fiore, e pensi: Madò, è già primavera.
Da ragazzo mi capitava, in genere a inizio marzo, quando ritornavo da scuola in auto: imboccavo lo stradone che conduceva al paese e, senza alcun preavviso, vedevo stagliarsi contro il cielo il giallo vivo di un enorme albero di mimosa in fiore. Ogni tanto, quando ritorno a casa, mi dico di controllare se il tronco leggendario è ancora lì dove lo lasciai tanti anni fa, ma poi mi dimentico di farlo. Irrimediabilmente.
Comunque sia, se è di nuovo primavera, vuol dire che l’inverno è finito e che si può ricominciare, finalmente, a vivere. Perché bisogna pur condividere con qualcuno a cui vuoi veramente bene il giallo di quelle mimose: fosse anche solo il suo ricordo lontano.
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