Il blog, incredibile a dirsi, compie 9 anni. Come tanti di voi sanno già, mi fu regalato il 20 dicembre 2004 da un carissimo amico: lo stesso che ancora oggi ha la costanza e la pazienza di curarlo dal punto di vista informatico.
E’ incredibile come all’epoca tutto fosse diverso: non avevo figli, mi ero trasferito da poco nel reparto dove ancora lavoro, e tutto sembrava molto più semplice di come è adesso. Non c’erano sentori di crisi economica e politica (forse dovrei invertire i termini dell’equazione, ma il risultato non cambierebbe) e il futuro sembrava roseo per tutti. Il mondo radiologico italiano invece era lo stesso di dieci anni prima, quando avevo cominciato da specializzando la lunga strada della Radiologia, con gli stessi protagonisti e con i medesimi pregi e difetti: non sarebbe cambiato di molto, nei successivi 9 anni di blog, eppure adesso comincia a scorgersi qualche crepa salutare anche in quell’incredibile monolite societario.
Sarebbero successe molte cose, dal Natale 2005 in poi. Tempi duri in reparto, per esempio, un’aria tesa con il mio primario che all’epoca mi portò quasi a cambiare ospedale. Colleghi che sono andati via, altri che sono arrivati, in un reparto in cui tutto sommato la mattina riusciamo ancora a scambiarci un sorriso di buongiorno e a goderci il pranzo insieme in mensa (quando riusciamo ad andarci). L’attività scientifica, quella a cui da specializzando non avrei mai pensato, i congressi nei quali ho cominciato a trovarmi dalla parte del tavolo opposta rispetto a quella in cui ero sempre stato seduto da spettatore (memorabile la prima volta, al SIRM 2010, roba che ancora oggi mi viene la pelle d’oca), i viaggi in treno su e giù per lo stivale con il lavoro che incombe e sempre meno tempo a disposizione per studiare, scrivere, preparare presentazioni. La partecipazione attiva e convinta alla vita societaria, proprio io che ero sempre stato così critico verso la SIRM (e il Padreterno, ma non solo Lui, sa quanto ancora io lo sia).
Ci sono stati anche eventi non così memorabili, intendiamoci. Per esempio, la politica che si sta mangiando ciò che resta della sanità pubblica: ma ormai anche quella è politica piccola, animata da squallide faide locali o trattata come merce di scambio per fini personali di basso profilo. Il baratro verso cui ci stiamo incamminando di gran lena è talmente chiaro, talmente inevitabile, che diventa incredibile giustificare le motivazioni di chi si ostina in scelte tecniche e programmatiche così assurde e anacronistiche. In nove anni, su queste pagine, ne abbiamo parlato a lungo e tanti di voi hanno contribuito a definire lo stato dell’arte delle nostre miserie mediche, con esperienze personali differenti e legate alla incolmabile disomogeneità del tessuto sanitario che caratterizza le diverse aree del Paese. Con una morale finale assai triste: gli ultimi nove anni hanno sconvolto l’assetto della sanità pubblica anche nelle regioni dove le cose andavano meglio, o meno peggio.
E se volete un consiglio spassionato, da uno che ne ha viste e sentite parecchie, per noi radiologi questo è il momento dell’aggregazione e non della diaspora. L’ho già detto più volte in passato e continuerò a dirlo: il che è curioso, credo, per uno che da specializzando sopportava a fatica la cariatide societaria nazionale e nella vita non soltanto non ha mai creduto particolarmente nell’aggregazione sindacale (in senso generale) ma ha ritenuto i sindacati, nel loro complesso, una delle peggiori rovine nazionali. Mi sono dovuto ricredere, tuttavia, grazie all’opera meritoria di persone molto in gamba: e da quest’anno sono anch’io possessore di una tessera dell’SNR.
Ma voi lo sapete, io sono un ragazzo duro di comprendonio ma tenace assai: per di più vengo da molto lontano, sono figlio di nessuno e ritengo di non avere granché da perdere. Non ho mai avuto paura di raccontare le cose per come stanno e non ho intenzione di mollare la presa proprio adesso, che sta arrivando il bello. Anche perché nessuno potrà togliermi la cosa più preziosa che mi sono guadagnato sul campo: le più belle soddisfazioni, in questi anni, sono arrivate dagli specializzandi in Radiologia e il mio sforzo quotidiano di medico e blogger, voglio che questo sia ben chiaro, è dedicato soprattutto a loro. Se in questi 9 anni anche soltanto un solo specializzando dovesse aver beneficiato in qualche modo del blog, aver modificato anche di una virgola il suo atteggiamento lavorativo, essere stato sfiorato dal sospetto che nella vita è sempre possibile aspirare a qualcosa di meglio, già mi riterrei ampiamente soddisfatto.
Per il resto, come dice il saggio, c’è sempre tempo: a Dio piacendo, ne riparleremo tra 9 anni.
(PS Ma voi, come ci siete arrivati la prima volta sul blog?)