Potresti anche saltare, salta!

di | 4 Aprile 2016

L’ultimo post ha scatenato, su Facebook ma non sul blog, una bella discussione sul futuro della nostra professione: c’è una ricchezza di posizioni che andrebbe ascoltata, e attentamente valutata. Io invece so già che non sarà così, e diciamo che è da un po’ che me ne sono fatto una ragione: nel lavoro ci metto tutto me stesso, come nel resto d’altronde, ma è troppo tardi per avvelenarmi se la china sanitaria italiana (o europea) continuerà a essere discendente. Ci penseranno i miei figli, forse, o forse non ci sarà più nulla a cui pensare e dovremo cavarcela come nel Medio Evo: con gli erboristi e i tiraossi. Salvo i potenti: quelli, come dice un mio amico e collega, sanno sempre dove andare a farsi curare.

Ma basta con i discorsi tristi: è primavera, si ricomincia con le stagioni congressuali e devo assolutamente rispondere a qualche amico di blog che mi ha chiesto con insistenza cosa farò nel prossimo futuro. Ci sono due prossimi appuntamenti già sold-out: il solito corso di anatomia cervicale, giunto alla sesta o settima edizione, che quest’anno non si terrà né a Rovereto né a Treviso ma a Vittorio Veneto, vecchia casa lavorativa e non del vostro affezionatissimo; e il corso di imaging toracico in Terapia Intensiva e nel post-operatorio cardiochirurgico che la Sezione di Radiologia Toracica, dopo il bel risultato di Chieti 2015, bissa nientepopodimeno che a Roma, fronte Colosseo (cercate di indovinare quanta voglia ho di andare a Roma a fine aprile? Sbagliato, ne ho di più).

Gli altri appuntamenti sono più lontani, anche se non di molto, e quest’anno poi c’è anche il congressone SIRM a Napoli: che se il tempo settembrino ci assiste si svolgerà nel migliore scenario che voi umani possiate immaginare, e dove se riesco a stare nei tempi proverò a portare qualcosa di inedito che ha a che fare con il blog. Poi, lo dico in anteprima, ho voglia di fare qualcosa nel mio nuovo posto di lavoro: verso fine ottobre probabilmente organizzerò una giornata secca sulle ghiandole salivari, queste sconosciute, portando gran bella gente all’Ospedale del Fiume: vi terrò informati, appena il programma è ultimato comunico tutto. In dicembre, per chiudere in bellezza, il solito corso di patologia cervicale a Rovereto con quelli della Banda del Collo.

Insomma, si salta: anche se, per ovvia necessità lavorativa, un po’ meno degli altri anni. Grazie davvero per tutto l’interesse che mostrate per le mie boiate lavorative: spero a breve di poterne aggiungere una extra-lavorativa, clamorosa, che sarebbe davvero la ciliegina sulla torta ma della quale mi riservo di parlare a cose fatte. Che magari alla fine cambio lavoro, cambio vita e buonanotte ai suonatori.

La canzone della clip è Jump, dei Van Halen, tratto dall’album 1984 (pubblicato a dicembre 1983, ovviamente, ancora ricordo i dischi in vetrina). Uno dei più belli assoli di chitarra elettrica mai scritti per ricordarmi di quando l’estate scorsa correvo in spiaggia, ogni mattina all’alba, al suono di questa canzone: sicuro che l’immediato futuro sarebbe stato completamente diverso da come poi si è manifestato, o voluto manifestare. Una bella lezione di vita sintetizzata dalle parole di Nathan Never, l’eroe di fantascienza Bonelli: Nulla è scritto, e se qualcosa è scritta può sempre essere cambiata.

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