Quanta confusione sotto il cielo

di | 26 Aprile 2013

Lo vedete da voi, sono tempi cupi, c’è confusione nell’aria. Tra il governissimo delle larghe intese e chi il governissimo non lo vuole, c’è chi mi prende da parte e mi dice: Come, non lo sai che lo spread non sale anche se in teoria dovrebbe salire? Come, non lo sai che si è giunti al momento della resa dei conti tra schieramenti contrapposti? Come, non lo sai che questi schieramenti contrapposti non sono chiaramente identificabili per i non addetti ai lavori, perché se lo si sapesse scoppierebbe il casino?

Poi vado in mensa con il collega libanese, il quale si mette a parlarmi dei sottili equilibri in medio oriente con la tortuosità bizantina che solo un mediorientale può vantare, e quelle poche certezze che possedevo, su quella particolare area geografica, vanno a farsi benedire. Come, non lo sai che gli arabi sauditi non sono nemici giurati degli israeliani? Come, non lo sai che quelli che mettono bombe nelle moschee irachene sono mussulmani ma le cose non stanno come sembrano? Come, non lo sai perché si dice proprio ora che i ceceni fanno esplodere le bombe a Boston?

Insomma, è arrivata la primavera, anzi è arrivata l’estate, e la confusione regna sotto il cielo; anche in sambito sanitario. Come, non lo sai che ci sono regioni negano ai propri cittadini, salvo permessi speciali, la possibilità di curarsi in altre regioni? Come, non lo sai che stanno accorpando tutti i primariati afferenti alla stessa USL con danni organizzativi che sopravanzeranno di parecchio gli esigui risparmi gestionali? Come, non lo sai che adesso lavoreremo anche di sera senza che ciò incida in maniera significativa sulle liste di attesa?

Insomma, ci rimane soltanto il terreno sotto i piedi, chissà quanto tempo ancora, e il nostro lavoro. E visto che le cose là fuori non vanno per il meglio forse è meglio provare a fare le cose per bene: darci una mano, condividere informazioni, sforzarci di essere personcine educate, non avere la ridicola paura che qualcuno ci rubi il mestiere, mettere da parte le nostre nevrosi fino a che il vento sarà cambiato, e potremo di nuovo cavalcarle, senza scrupoli, per raggiungere gli scopi che ci siamo prefissi.

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