Un visitatore del blog, imbattutosi per caso nella foto che introduce il post (a sua volta pubblicata dalla SIRM su un quotidiano nazionale), mi ha chiesto via e-mail quali sono i motivi della radiologia clinica. Ossia, perchè è così importante per un un radiologo la clinica del paziente e cosa c’entra la radiologia con la clinica dei pazienti, visto che la diagnosi si fa su immagini radiologiche.
Rispondo pubblicamente, con il suo permesso, riportando un recente esempio di vita lavorativa vissuta.
Turno ecografico. Mi arriva una paziente con la richiesta di ecografia del collo: tumefazione indolente di ndd* in sede sottomandibolare sn . Da bravo radiologo clinico, prima di fare l’ecografia visito la paziente: la tumefazione c’è, sotto l’angolo mandibolare, è mobile su tutti i piani e ha una consistenza molle, quasi spugnosa. Insomma, prima ancora di appoggiare la sonda ecografica sulla tumefazione so già che si tratta di un lipoma dello spazio sottomandibolare. L’ecografia mi conferma il sospetto, ma l’esame poteva tranquillamente non essere effettuato.
Miracolo. Come ho fatto a produrre una diagnosi clinica, se sono un radiologo? Presto detto: dopo cento, mille, diecimila ecografie di lipomi sottocutanei (prima delle quali ho palpato i noduli, anche solo per localizzarli topograficamente), lo so bene che consistenza ha la masserella di grasso in questione. Piuttosto, mi soprende come il paziente con un lipoma possa arrivare da radiologo senza un sospetto preciso circa la natura del suo problema: ma questo è un altro discorso.
Quello che voglio dire è, semplicemente, che il radiologo prima e più spesso degli altri sa come va a finire: perchè lo vede con i suoi occhi e poi magari lo palpa anche con le sue mani. E, se non è duro come la pietra, dopo un pò può azzardarsi in diagnosi molto precise e circostanziate.
Ecco perchè conviene parlare degli esami radiologici con chi li ha refertati, ossia il radiologo: gli altri (non perché siano stupidi, ma perché letteralmente fanno un altro mestiere) vi appendono le radiografie alla rovescia, scambiano i fibromi uterini per diverticoliti, si inventano broncopolmoniti che non ci sono e poi magari spargono anche in giro la voce che loro le tac e le risonanze magnetiche le sanno interpretare meglio dei radiologi.
Per cui l’ennesimo consiglio: non vi fidate. Piuttosto parlatene con il radiologo: in genere è molto più disponibile (e competente) di quanto possiate immaginare.
* NdA: ndd vuol dire natura da determinarsi.