Tra le cose non fatte per poi non doversi pentire, le promesse lasciate sfuggire soltanto a metà

di | 7 Novembre 2021

“Eppure, se è probabile che gli insegnanti condividano il disprezzo (…) per la formazione in quanto strumento, è improbabile che la maggioranza degli studenti si associ a tale disprezzo. Per la maggior parte di questi ultimi l’istruzione è prima di tutto e soprattutto una via d’accesso al lavoro: tanto meglio, quindi, se il varco è più ampio e se i premi alla fine della sfacchinata sono più attraenti”.

(Z. Bauman)

Questo spunto di riflessione è diretto a quanti sono ancora intenti a scalare i vertici dei luoghi di potere usando mezzi e modalità stabilite e generate dal potere stesso e senza aver sviluppato mezzi propri né alcuna reale volontà di cambiare lo stato delle cose. La frase di Bauman si attaglia perfettamente non solo agli studenti in senso tradizionale ma anche a tutti coloro per i quali a contare non è la formazione/crescita culturale in sé, ma il premio alla fine della sfacchinata. Il che permette di capire, incidentalmente, per quale motivo i concorsi per alcune posizione apicali in ambito pubblico, tra le quali quella che ricopro io, vadano sistematicamente deserte: il problema non è la sfacchinata ma il premio finale, che evidentemente non viene più ritenuto all’altezza dello sforzo prodotto.

Non esistono cambiamenti che non contengano in sé una quota di rottura culturale con il passato. Non esistono cambiamenti culturalmente non violenti. La politica dovrebbe farsi carico di questa violenza intrinseca nel cambiamento e canalizzarla, darle sostanza programmatica. Il cambiamento ha bisogno di dissonanza, confronto e scontro, disaccordo, mediazione. E buona fede, soprattutto. tanta buona fede.

Per questo nessun diploma di fine corso può riuscire a migliorare la buona fede dei partecipanti: perché se è vero che la formazione è un strumento, e sull’argomento non sussistono molti dubbi, questo strumento non dovrebbe servire a gestire il bene pubblico come una fabbrica di servizi o, peggio ancora, di utili. La formazione serve a produrre il cambiamento culturale del quale la politica non può aver paura, ma deve avere il coraggio di avvalersi.


La canzone della clip è “Che vita meravigliosa”, di Diodato, dalla colonna sonora del film “La Dea Fortuna” (2019).

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