Si è in molti, in vari campi, a vario titolo e con alterne fortune, a tentare la scalata della vetta; a provare se in cima alla piramide davvero il panorama è così spettacolare come dicono.
C’è chi lo vuole perché è ha più anzianità lavorativa degli altri, in questo bel paese in cui la fortuna lavorativa di molti sono proprio gli scatti di anzianità.
C’è chi lo vuole perché è più bravo degli altri: e chi è più bravo deve arrivare alla vetta per diritto divino, per orgoglio di quoziente intellettivo.
C’è chi lo vuole perché ha sempre creduto di essere il più bravo: la differenza è sottile, ma quando hai predicato per anni nel deserto magari tendi a perdere il senso dello spazio e dei confini.
C’è chi lo vuole perché la famiglia lo vuole, perché in cima alla vetta ci è nato e non deve nemmeno faticare per arrivarci.
C’è chi in cima alla vetta non ci è nato, ma ha comunque i suoi motivi di famiglia: come sul libretto delle giustificazioni delle scuole medie.
C’è chi lo vuole anche se gli altri non lo vogliono. A prescindere.
C’è chi lo vuole perché si è trovato al posto giusto, al momento giusto e con le amicizie giuste.
C’è chi lo vuole perché ha l’ossessione di voler costruire qualcosa, nella vita, qualcosa che duri per almeno un anno dopo che sei andato in pensione.
C’è chi lo vuole perché ha lavorato più di tutti, ha lavorato giorno e notte, sabato e festivi, non ha mai detto di no a nessuno, e quindi.
C’è chi lo vuole perché, una volta arrivati sulla vetta, sarà ben lecito fare quel cacchio che si vuole con il proprio tempo libero. O no?
C’è chi lo vuole perché, come di dice in gergo, solo in vetta alla piramide ci si può riempire le tasche di schei.
E voi, perché mai lo avete voluto?