Ogni tanto la vita stupisce.
E ci si ritrova seduti dalla parte giusta del tavolo, quella che si è sempre guardata dalle file dell’anfiteatro con il blocco degli appunti in mano, attenti a non perdere nemmeno una parola di quanto veniva detto. E, soprattutto, ci si ritrova seduti accanto a quel nome famoso, al mostro sacro che ti ha insegnato il mestiere con i suoi libri, i suoi articoli scientifici e i suoi congressi; e che, senza nemmeno mai saperlo fino a quel preciso momento, ha fatto di te un radiologo migliore.
No, non saprei dire cosa si prova in quei momenti lì. Magari hai già parlato in altri cento congressi: ma non in quello, non il nazionale, e non accanto a lui.
E magari non ricapiterà mai più: ma almeno, dovessi mai avere un nipotino radiologo, saprò cosa raccontargli nelle lunghe e buie sere di inverno.