Le settimane di fine settembre sono quelle in cui, storicamente, le strade statali delle zone in cui lavoro sono intasate dai trattori. Il trattore, da solo, è una maledizione. L’accoppiata trattore-camion è evocatrice di bestemmie che nemmeno i diavolacci dell’inferno più nero. La combo trattore-guidatore imbranato-camion è letale, e induce pensieri di morte (per i conducenti della combo) e suicidio (per te che guidi in coda, a due allora, dopo una giornata di lavoro).
Mi arriva in ecografia un giovane uomo. Ha mal di schiena: io, per abitudine, gli chiedo: Che lavoro fa?
Agricoltore, dice lui.
Fa sforzi pesanti?
Prevalentemente lavoro alla scrivania, risponde. Ma spesso sono sul trattore.
Il trattore? Niente da fare. Mi si gonfia all’istante la vena, non riesco a resistere e parto con la mia solita filippica: ma perché state in strada (domanda stupida), ma perché andate a venti all’ora (domanda stupidissima), ma non esistono strade di campagna alternative (questa è il colmo, me ne rendo conto, se esistessero strade alternative i contadini le preferirebbero di certo alle statali trafficate). Lui resiste alla carica e sorride.
Dice: Dai, mancano pochi giorni, poi la vendemmia finisce e ci togliamo dalle strade.
Dico: La vendemmia?
E certo, fa lui, sempre sorridendo. Adesso che lo sa, quando ci incontra per strada invece di arrabbiarsi pensi che stiamo trasportando l’uva che le permetterà di bere vino con i suoi amici.
E così finisce la partita: agricoltore 1 – radiologo 0. Palla al centro e lezione del giorno: riflettere, e riflettere tanto, prima di aprire la bocca.
La canzone della clip è “scenes from Italian restaurant”, di Billy Joel, dal fantastico LP “The stranger” (1973). Lo dovete ascoltare tutto, per favore.