Immaginatevi Mastro Lindo.
No, anzi, Mastro Lindo è un eroe (eroe?) buono e pulito. Se invece avete visto il film “I fantastici 4″ ricordatevi dell’attore che ha interpretato Ben Grimm, la “Cosa“, prima della trasformazione nel mostro che poi è diventato. Basso, tozzo, molto muscoloso, pelato. E incazzoso.
Adesso immaginate che Ben Grimm sia seduto nella saletta di preparazione dei pazienti perchè deve fare una risonanza magnetica (sperando che le placche ossee non diano artefatti). Immaginate che l’infermiera provi a prendergli la vena due, tre, quattro, cinque volte (forse l’ago si spezzava contro la pelle di pietra, boh).
Immaginate che l’infermiera venga a chiamarvi con due occhioni così, dicendo: Dottore, non riesco a prendergli la vena e lui si sta incazzando.
Immaginate di andare da quella sorta di paziente, blandirlo con qualche parola di circostanza e appurare che non c’è una vena buona nemmeno a pagarla oro. E che lui è davvero incazzato perché dal gomito in giù è coperto di cerotti.
Immaginate di fare tutto il possibile: mettergli il laccio ben stretto, schiaffeggiare le vene che non si vedono, mettergli il braccio in giù così il sangue ristagna verso il basso. E che lui si stia preparando al sesto buco per nulla; dopo il quale, ha già dichiarato, non ci saranno altri tentativi.
Immaginate di voler sembrare a tutti i costi disinvolti, prendere il vostro ago rosa e di beccare la vena del polso al primo colpo; con un respiro di sollievo grosso e lungo come un maestrale.
Ecco: è questo che succede quando Ben Grimm viene a farsi una risonanza magnetica al collo.
E, giusto per chiosare al contrario uno dei post di qualche giorno fa, un ringraziamento postumo allo specializzando anziano del 1994, Stefano: quello che, all’alba della mia vita di radiologo, perse cinque minuti di tempo per insegnarmi che una vena, per essere presa, non occorre per forza vederla. Basta sentirla con le dita.
Anche se le dita tremano.