Io non lavoro a diretto contatto con gli specialisti delle branche neurologiche perchè nel mio ospedale c’è un reparto di neuroradiologia che a quelle problematiche è dedicato. Però, per qualche arcano motivo che attualmente faccio fatica a decifrare, quando mi imbatto in un neurologo o in un neuroradiologo finisce sempre in polemica.
Riporto la conversazione di oggi. Suona il telefono.
“Sono il neurologo Pinco Pallino”.
“Ciao, sono in radiologo di guardia”.
“Ho una tac urgente da chiederti”.
“Dimmi”.
“Un paziente disfonico (che ha perduto la voce, nda), mi servirebbe una tac del collo”.
“E quale sarebbe l’urgenza?”
“Perchè l’otorino non vuole ricoverare il paziente e nemmeno io, dunque bisogna decidere chi se lo tiene”.
Adesso, voi capite anche da soli che la medicina è una cosa seria e soprattutto cosa seria sono le urgenze, specialmente se ne hai avute tante e in sala d’attesa c’è ancora la ressa di pazienti esterni con regolare appuntamento e già in ritardo di alcune mezzore.
Insomma, l’esame cosiddetto urgente è stato differito (e ciononostante ho finito comunque la lista oltre il tempo limite, ossia alle otto e mezza di sera).
Ma il bello, vi giuro, è che passano gli anni e in questo mestiere c’è ancora qualcuno, più di qualcuno, che riesce a stupirmi.
Riporto la conversazione di oggi. Suona il telefono.
“Sono il neurologo Pinco Pallino”.
“Ciao, sono in radiologo di guardia”.
“Ho una tac urgente da chiederti”.
“Dimmi”.
“Un paziente disfonico (che ha perduto la voce, nda), mi servirebbe una tac del collo”.
“E quale sarebbe l’urgenza?”
“Perchè l’otorino non vuole ricoverare il paziente e nemmeno io, dunque bisogna decidere chi se lo tiene”.
Adesso, voi capite anche da soli che la medicina è una cosa seria e soprattutto cosa seria sono le urgenze, specialmente se ne hai avute tante e in sala d’attesa c’è ancora la ressa di pazienti esterni con regolare appuntamento e già in ritardo di alcune mezzore.
Insomma, l’esame cosiddetto urgente è stato differito (e ciononostante ho finito comunque la lista oltre il tempo limite, ossia alle otto e mezza di sera).
Ma il bello, vi giuro, è che passano gli anni e in questo mestiere c’è ancora qualcuno, più di qualcuno, che riesce a stupirmi.